24 maggio 2010

Trasloco!

Il mio nuovo blog è:


hawke.archidea.us


Visitate quello da ora in poi!!!!

22 maggio 2010

...sorge di nuovo il sole?

21 maggio 2010

I tried

Games, changes and fears
When will they go from here
When will they stop
I believe that fate has brought us here
And we should be together, babe
But we're not
I play it off, but I'm dreaming of you
I'll keep my cool, but I'm feigning

I try to say goodbye and I choke
Try to walk away and I stumble
Though I try to hide it, it's clear
My world crumbles when you are not near
Goodbye and I choke
I try to walk away and I stumble
Though I try to hide it, it's clear
My world crumbles when you are not near

I may appear to be free
But I'm just a prisoner of your love
And I may seem all right and smile when you leave
But my smiles are just a front
Just a front, hey
I play it off, but I'm dreaming of you
I'll keep my cool, but I'm feigning

Here is my confession
May I be your possession
Girl, I need your touch
Your love kisses and such
With all my might I try
But this I can't deny
Deny

Dakishimetai no ni...

I wanna hold you so tight

18 maggio 2010

Si dissangua, si dilapida
malinconia è lancinante, ricordi a fiumi inarrestabili
il dolore la perdita si irradia 
ma era solo il riflesso di un altro sé stesso
la fallace riproduzione di qualcuno che si supponeva fossi tu
ciechi a noi stessi
ci riconosciamo solo in pezzi di altri
ed ecco perché quando li perdiamo soffriamo – è la paura di scomparire – il più delle volte è quindi una pulsione egoistica, che riguarda cioè solo sé stessi. Una storia, una persona, un posto, una musica... Si trasformano in ricordo, cioè si trasformano in una parte di noi, quando anche in partenza non erano che assonanze-risonanze del nostro stesso essere. Non c'è tempo nell'io
tutto coesiste
e mai niente finisce
non c'è né principio né fine
alcune cose sono sempre state lì, aspettando solo di essere trovate
altre sembrano sparire ma non se ne vanno mai del tutto
dietro a un occhio, sotto un dito
compresse e celate in qualche piega della pelle
oh, la sua pelle!
Arpa celeste
suona la mia vita
e fa che io possa essere intonato
ed evitare di andare fuori tempo.


Triste invece è quando qualcuno ci viene tolto, per questo o quel motivo... Allora l'io non c'entra molto... Continui ad amare, si a modo tuo, per quanto puoi, ma il tuo cuore continua a battere un po' anche per loro
e continui a sanguinare
un'emorragia continua
che versi con gioia sull'altare dell'amore – a volte a ragione, a volte no – 
amicizie, fratelli, donne... tanti strappi di dimensioni diverse finché al centro rimani solo tu
esasperato, ustionato, esacerbato
urlante
ma mai con odio

14 maggio 2010

No se puede vivir con tanto veneno,
La esperanza que me dio tu amor
No me la dio más nadie,
Te juro, no miento

No se puede vivir con tanto veneno
No se puede dedicar el alma
A acumular intentos
Pesa más la rabia que el cemento

10 maggio 2010

08 maggio 2010

Eros ti odio



Oggi ti dedico il mio rancore
tu, amore romantico
tu che ti spacci per innocente e delizioso putto
non sei altro che un inganno
Dicono che le tue frecce portano l'amore
ma in realtà frantumano i cuori
e tu non te ne curi minimamente
continui a volare qui e là e ad infestare i nostri sogni.


Che tu possa essere bandito dai cieli
possa tu essere incatenato in attesa di giudizio
affinché qualcun'altro più saggio possa prendere il tuo posto.

27 aprile 2010

I piaceri della vita pt.1

Inauguro questa seconda serie con l'alimento più confortante di questi ultimi tempi. Il Cappuccino! Spesso più efficace di cioccolate o pizze varie, di pomeriggio o anche dopo cena, non solo alla mattina, si rivela puntualmente la classica mano santa

23 aprile 2010

The Book of Love





Il libro dell'amore è lungo, e noioso.
Nessuno può comprendere questa dannata cosa
E' pieno di schemi, di fatti, di immagini,
e di passi di danza.


Ma io, 
io amo quando me lo leggi
e tu,
tu puoi leggermi qualsiasi cosa.


Nel libro dell'amore c'è della musica;
in realtà è da lì che la Musica proviene.
A volte è semplicemente trascendentale,
a volte è soltanto sciocca.


Ma io,
io amo quando la canti per me
e tu,
tu puoi cantarmi qualsiasi cosa.


Il libro dell'amore è lungo, noioso,
ed è stato scritto molto tempo fa.
E' pieno di fiori, e scatoline a forma di cuore,
e di cose che siamo tutti troppo giovani per poterle comprendere.


Ma io,
io amo quando mi doni qualcosa
e tu,
tu dovresti donarmi delle fedi nuziali.


[The book of love - Peter Gabriel - (Libera traduzione)]

19 aprile 2010

Libertà e timore


Quanto si è detto su l'essere liberi da ansie, paure in generale.
Da un punto di vista strettamente fisiologico, gli stati d'ansia (la paura, il panico, la tensione nervosa, insomma avete capito no?) sono semplicemente nocivi. Anche a livello chimico. E questo da solo basterebbe nel ribadire l'importanza, il bisogno di liberarsi dalla paura.

Ma la guida migliore come sappiamo l'abbiamo nella Bibbia, quindi ecco dei motivi anche migliori:

1) 1 Giovanni 4:18 - Non c’è timore nell’amore, ma l’amore perfetto caccia via il timore, perché il timore esercita una restrizione. In realtà, chi ha timore non è stato reso perfetto nell’amore.

Sulla parola “restrizione” c'è una nota in calce: “correzione; freno; punizione”. Lett. “potatura”. L'applicazione di questo versetto, controllando il contesto, riguarda la “libertà di parola nel giorno del giudizio”.
Tuttavia l'uso del termine restrizione associato all'idea di correzione, freno, punizione, potatura, mi fa venire in mente un'immagine: la camicia di forza. Non altero il significato del versetto dicendo che il timore, in senso generale, ci paralizza. Questa è una verità umanamente generalmente riconosciuta. Il timore è come una camicia di forza: ci blocca, ci frena, ci è di impedimento. Pensate ai rapporti con gli altri, o in congregazione. Non sto parlando di cose che vanno contro le norme di consuetudine, convenienza, se non addirittura morali. Sto parlando di quelle cose grandi o piccole che accadono a livello di comunicazione. Non può farci bene indossare una camicia di forza mentale, qualcosa che esercita una restrizione, che castighi la nostra persona, la nostra indole, la nostra personalità.
Ma qual'è la soluzione? Essere perfetti nell'amore..! Ah quanto ci sarebbe da dire su questo... Dico solo questo: se l'amore di basa sui princìpi (agàpe) quindi di puro altruismo, volto al dare, al bene del prossimo, come si può pensare di avere contemporaneamente paura? Tutte le nostre azioni e parole saranno volte al bene, per quello che dipende da noi, quindi non c'è proprio nulla di cui temere, conseguenze o responsabilità per noi.
Allora il problema si sposta: non dobbiamo soltanto cercare di non provare paura (poveri illusi che fanno sport estremi!) o di superare le nostre paure, ma anche e soprattutto cercare di perfezionare il nostro Io facendo sì che i nostri pensieri desideri azioni sentimenti parole siano buoni. Buoni in senso lato, in senso morale.
Come dice Colossesi 3:9-10: “...Spogliatevi della vecchia personalità con le sue pratiche, e rivestitevi della nuova [personalità], che per mezzo dell’accurata conoscenza si rinnova secondo l’immagine di Colui che la creò” Quindi un processo continuo, un rinnovarsi, avvicinandosi volta dopo volta maggiormente all'ideale umano, la perfezione: essere fatti a immagine (ombra) di Dio.
Ma torniamo al timore:

2) Ebrei 13:5-6 - “...Poiché egli ha detto: “Non ti lascerò affatto né in alcun modo ti abbandonerò”. Così possiamo aver coraggio e dire: “Geova è il mio soccorritore; non avrò timore. Che mi può fare l’uomo?””

Un altro frutto dello spirito che annulla il timore è la fede. Un granello di fede può spostare i monti, ricordiamocelo sempre. Quindi se abbiamo davvero fede diremo ai nostri timori, piccoli o grandi: “va e gettati nel mare!”, perché abbiamo la certezza che Geova ci aiuterà. Questo nelle piccole sfide quotidiane è utilissimo. Non si applica solo alla persecuzione dell'uomo, che in definitiva anche se dovesse ucciderci, avremmo forse perso tutto? Tutto ciò che abbiamo viene da Dio, e come ce l'ha dato una volta può darcelo una seconda (ricordiamo anche Giobbe). Perfezioniamo quindi anche la nostra fede. Sforziamoci di fare come Anna, che dopo aver versato le sue angosce dinanzi a Dio e aver ricevuto la benedizione di Eli: “E la donna se ne andava per la sua via e mangiava, e la sua faccia non fu più preoccupata.” Confidare in Geova non significa solo aprirgli il nostro cuore per quanto riguarda le nostre preoccupazioni, ma anche “gettare su di lui il nostro peso”. Se dopo averlo fatto continuiamo a sentire comunque questo peso, significa che c'è qualcosa che non va'!

Infine:
3) Luca 12:25 - “Chi di voi può, essendo ansioso, aggiungere un cubito alla durata della sua vita?”

La verità è che preoccuparsi non serve a nulla. Non cambia assolutamente la realtà dei fatti, non ci rende maggiormente in grado di far fronte alle difficoltà. Serve solo a farci stare male. Riflettere anche su questo ci aiuterà a liberarci un pochino di più dalle nostre paure.

Quindi, sforziamoci di seguire sempre di più le vie dell'amore e di accrescere la nostra fede in Geova percependolo per quello che è: una reale persona, un padre che si preoccupa per noi ed ha il potere e il desiderio di aiutarci. Allora i nostri passi saranno davvero liberi e leggeri.

16 aprile 2010

Un rapido mOviMenTo
Una voluta, fumo o velo
La sera esco dalla finestra
Al tramonto inizio a volteggiare fra la città
Sottile, eppure presente
Un pulsare ritmico – sono carne e sangue e spirito
E scruto

Vi osservo, vi analizzo
Meraviglia è ovunque
Meraviglia è nell'occhio come la bellezza

Ecco che divento concreto
Sono su questo tetto e guardo le luci 
Come un gatto, come un falco, come un geco
Mani in tasca, il vento solleva la sciarpa rossa

Mi lancio
Mi lascio
Discendo in te
Senza fermarmi, senza preoccuparmi, senza pensare
Lasciando il dolore
Lasciando la speranza
e anche i ricordi

Solo tutto me, darò

Was

All I wanted was you

I could follow you to the beginning
Just to relive the start
And maybe then you'd remember to slow down
At all of our favourite parts



Misguided ghosts

Traveling endlessly
The ones we trusted the most
Pushed us far away
And there's no one road
We should not be the same

I componenti dello staff - pt.7

Questo affascinante alieno della razza protoss, costituito prevalentemente di energia mentale, è l'Arconte. Come potete facilmente intuire, rappresenta il centro di pensiero, l'elaboratore centrale, le capacità di astrazione e filosofica, la invincibile logica. 
(Dicono di averlo visto in atteggiamenti compromettenti insieme a Poesia... E che Signorina Musica sia loro figlia... questo gossip...)

15 aprile 2010

...take my hand...

13 aprile 2010

Nun poi rosicà!!

Ricòrdate: NUN POI ROSICA'!!!

12 aprile 2010

Sono un Freelance!


Fonte: Wikipedia
Un freelance (dall'inglese freelance worker) è un libero professionista in generale, indipendentemente dal settore specifico di attività.
...
L'etimologia della parola deriva dal termine medievale inglese usato per un mercenario (free-lance ovvero Lancia-Indipendente), cioè, un soldato che non serviva un signore, ma i suoi servizi potevano essere al servizio di chiunque.
Il termine fu coniato da Sir Walter Scott (1771-1832) nel suo famoso romanzo storico Ivanhoe per descrivere un "mercenario Guerriero medievale". 

09 aprile 2010

L42

How, how can it be
That a love carved out of caring
Fashioned by fate
Could suffer so hard
From the games played once too often
But making mistakes
Is a part of life's imperfections
Born of the years
Is it so wrong
To be human after all

Drawn into the stream
Of undefined illusion
Those diamond dreams
They can't disguise the truth
That there is something about you, baby, so right
I wouldn't be without you, baby, tonight

If ever our love was concealed
No one can say that we didn't feel
A million things and a perfect dream of life
Gone, fragile but free
We remain tender together
If not so in love
It's not so wrong
We're only human after all

08 aprile 2010

Bambini


...vuoi essere mio amico?...


SemplicitàSinceritàAutenticità

06 aprile 2010

I componenti dello staff - pt.6



Il Gattone! (nero) il responsabile delle fusa, coccolone, discreto, un po' pigro, morbido. Ma se ci si pensa è anche elegante, sensuale. E, ovviamente, come tutti i felini di piccola taglia, fa ridere quando si prende tanto sul serio e invece è proprio buffo..!

Biliardino!


Una passione... Qualcosa in cui penso di essere bravo almeno un po'! ^_^ Molti rimangono basiti perché riacchiappo al volo le palline che cadono in porta...

I componenti dello staff - pt.5


E' il turno della Poeta; poetessa suona molto male, del resto potremmo chiamarla direttamente Poesia. 


Sogno Amore Natura
Sentimento Serenità Empatia
Saggezza Istinto Fedeltà


Tre foto buffe

I componenti dello staff - pt.4

Un altro individuo che partecipa alla stesura di questo blog è il Principe Guerriero. A volte, a causa della normale sua natura fallace, presenta degli atteggiamenti un po' conflittuali, tuttavia la sua direzione di base è combattere per il bene. L'eroe, il nobile di cuore. 
(Sapevate che Darayavaush è il nome persiano riservato ai sovrani? Come Cesare per l'impero romano)
















Pain
does
not
end

31 marzo 2010

Ma quando...?

L’aspettazione differita fa ammalare il cuore.....


28 marzo 2010

I componenti dello staff - pt.3

Il Gabbiano - costui è l'elemento inconsulto, l'auto-ironico, il buffo, spontaneo. Non si prende troppo sul serio. Quasi sempre gli viene data poca importanza, ma intanto lui sa volare, mentre invece voi...?

24 marzo 2010

Kiss


Down in the south seas
give me your mouth please
Resuscitation
Is the way I find this


I give you major
You give minor
Don't fade away
Like an ocean liner
Now


(God made this lady that stands before me)

23 marzo 2010

I componenti dello staff - pt.2


Uno dei membri più importanti: la signorina Musica (ovviamente in tutte le sue vesti... ha scelto questa immagine perché fa "pandàn" col resto del blog)

I componenti dello staff - pt.1

Il primo che vi presento è colui che specie in questo ultimo periodo ha mostrato il suo operato nella redazione di questo blog: il temibile Censore


Dopo aver insistito per qualche minuto, siamo riusciti a strappargli il permesso di pubblicare una delle sue foto non ufficiali, in cui si mostra in un raro momento di relax...:

18 marzo 2010

03 marzo 2010


Parlare di musica è come ballare di architettura” - Frank Zappa

Piccola premessa:
E rimarchevole ciò che mi è successo fra ieri e oggi. Avevo cominciato ieri a stendere questo testo quando il computer ha crashato (ah, i neologismi), insomma si è bloccato, con una di quelle tipiche e amabili schermate blu, lasciandomi seduto nella penombra del mio divano letto solo con la mia frustrazione (e stanchezza). Ma vengo al punto. Stavo scrivendo di come il linguaggio fosse... come dire... ora la parola che meglio sintetizza tutto è “plurale”, ovvero non univoco. Si blocca il computer, ora devo riscrivere le stesse cose, ma ovviamente quei concetti così “birichini” si ripresentano in tutt'altra forma, ovvero con diverse parole, con altre frasi, altre strutture mentali.
Dovrebbe farmi piacere, del resto è un'altra prova a sostegno delle mie ipotesi. Seguono riflessioni a ruota libera.

Una volta scrissi un tema sulla Scrittura. Curioso abbastanza che della Scrittura si possa scrivere, del Linguaggio si possa parlare, mentre non si può suonare di musica o progettare di architettura. Ogni lingua ha le sue parole, ma questo è un altro discorso.
Le parole, sì, la scrittura... E' davvero l'unica magia concessa all'uomo. Un arte è infatti quella di produrre un discorso; mentre tutti sanno ammassare parole una sull'altra, relativamente pochi sanno creare qualcosa che abbia caratteristiche degne di nota.
L'arcano di rivestire un concetto, un'idea, un qualcosa di indescrivibile... di qualcosa che ambisce a veicolarne il significato; un simbolo, una sintesi di ciò che è. Parole come mattoni, come atomi, come cellule... Possono essere raggruppate insieme a formare strutture vitali, reali, funzionali.
Il linguaggio esiste in virtù del fatto che esiste chi è in grado di comunicare. Questa non è una banalità. Esso può assumere innumerevoli forme, colori, lingue e espressioni, ma fa riferimento sempre alle stesse verità di fondo. E le incomprensioni sono in realtà conseguenze della nostra imperfezione. La comprensione non è qualcosa che il linguaggio porta con sé; è qualcosa che esso incontra, trova, anzi, ritrova nell'individuo che riceve il messaggio.
Questo è palese esaminando i linguaggi della natura; la perfetta armonia delle leggi fisiche e come la loro vicendevole interazione infine produca in noi non soltanto un godimento intellettuale ma un coinvolgimento profondamente emotivo, come davanti al drappeggio dei petali di un fiore, un impressionistico tramonto o un misterioso e sconfinato cielo stellato.
L'uomo vorrebbe arrogarsi il diritto di stabilire cosa sia l'arte – il linguaggio – allontanandosi dalla regola concreta, ricercando l'astratto, il puro, il matematico, finanche il caos. Ma non si rende conto che ciò che egli percepisce come “sublime” obbedisce alle stesse regole che hanno reso possibile il suo progresso tecnologico, le stesse regole che rendono possibile percepire l'armonia nella musica. Ma questo è un altro discorso ancora.
Ancora, le parole, i discorsi, sono come fiocchi di neve... Sanno cadere con indifferenza, leggiadria, anche silenziosamente, e potrebbero sembrare anche ridondanti, ovvi. E invece ogni fiocco è clamorosamente unico, seppur appartenente alla stessa famiglia, alla stessa specie! Ogni uomo ha il diritto di fregiarsi della sua unicità, ma quanta modestia induce in noi pensare che ogni anno, ogni giorno, cadano più identità uniche dal cielo di quante ne nascano dagli uomini! E allora non è più solo un diritto, ma un dovere, quello dell'espressione, e prima (e durante) dell'espressione la ricerca, la meditazione, la riflessione, l'acquistare discernimento, per prima cosa di noi stessi, e poi degli altri.
Utopia! Questo ovviamente è un ideale! Come mai si può pensare di riuscire a conoscere tutto? Ma questa è la nostra natura, la ricerca a tempo indefinito, la coscienza umana si proietta verso l'eternità proprio per questo. O grazie a questo. (Mai confondere causa e motivo).
Tornando alla mutevolezza, alla pluralità delle vie che i discorsi manifestano (e anche a loro volta i linguaggi che li contengono): sono come luce, si sta sdraiati sotto un albero e si guarda il cielo attraverso le fronde... Ogni attimo la luce che penetra fra le foglie è diversa dall'attimo precedente, vuoi per la posizione delle varie parti della pianta mossa dal vento, vuoi per il movimento delle nuvole, la variazione di umidità, di temperatura, di altezza del sole, di moti caotici dell'ossigeno e del vapore acqueo che esala dalle foglie, ognuno con il suo indice di rifrazione... Per non parlare dello stato fisico dell'occhio, elettrico del sistema nervoso, e mentale, dell'osservatore.
Tuttavia continuiamo a vedere lo stesso paesaggio, lo stesso albero, la stessa scena. Che paradosso! La stessa cosa non è mai la stessa cosa, in senso stretto. Ed ecco che solo pronunciare una parola la altera, perché se la parola è solo una serie di onde di pressione nell'aria, percepite come suono, ciò che essa contiene, il senso di cui si fa vessillo, quello vibra dentro di noi (e attenzione, in modo diverso da ognuno di noi). Ecco qui che quello che io sto dicendo non verrà mai perfettamente inteso così come lo sto pensando (ho scoperto l'acqua calda?) ma comunque raggiunge l'obiettivo. E' una questione di “risoluzione”, per dirla in termini ottici. Più piccolo l'elemento che costituisce il reticolo, maggiore il dettaglio riprodotto e percepito. E ritorna quindi l'importanza della riflessione, della capacità “artistica” del comunicante: la sua lingua è lo strumento che deve essere affinato, velocizzato, potenziato, per distinguere le parti più piccole e sincerarsi così che il messaggio giunga a destinazione in maniera soddisfacente. Anche perché chi vuole davvero comunicare, considera tutti (o per lo meno la maggior parte) suo pubblico, e va da sé, è solo naturale e giusto che ci si curi della comprensione da parte del pubblico. Anche perché altrimenti il discorso si riduce a un esercizio allo specchio, per il quale possiamo essere anche quasi illimitatamente soddisfatti, ma che resta uno sterile esercizio se non riveste la vera natura del linguaggio: lo scambio.

E qui chiudo perché se mi fai parlare anche dello scambio ci faccio notte...!

17 gennaio 2010