18 maggio 2010

Si dissangua, si dilapida
malinconia è lancinante, ricordi a fiumi inarrestabili
il dolore la perdita si irradia 
ma era solo il riflesso di un altro sé stesso
la fallace riproduzione di qualcuno che si supponeva fossi tu
ciechi a noi stessi
ci riconosciamo solo in pezzi di altri
ed ecco perché quando li perdiamo soffriamo – è la paura di scomparire – il più delle volte è quindi una pulsione egoistica, che riguarda cioè solo sé stessi. Una storia, una persona, un posto, una musica... Si trasformano in ricordo, cioè si trasformano in una parte di noi, quando anche in partenza non erano che assonanze-risonanze del nostro stesso essere. Non c'è tempo nell'io
tutto coesiste
e mai niente finisce
non c'è né principio né fine
alcune cose sono sempre state lì, aspettando solo di essere trovate
altre sembrano sparire ma non se ne vanno mai del tutto
dietro a un occhio, sotto un dito
compresse e celate in qualche piega della pelle
oh, la sua pelle!
Arpa celeste
suona la mia vita
e fa che io possa essere intonato
ed evitare di andare fuori tempo.


Triste invece è quando qualcuno ci viene tolto, per questo o quel motivo... Allora l'io non c'entra molto... Continui ad amare, si a modo tuo, per quanto puoi, ma il tuo cuore continua a battere un po' anche per loro
e continui a sanguinare
un'emorragia continua
che versi con gioia sull'altare dell'amore – a volte a ragione, a volte no – 
amicizie, fratelli, donne... tanti strappi di dimensioni diverse finché al centro rimani solo tu
esasperato, ustionato, esacerbato
urlante
ma mai con odio