19 aprile 2010

Libertà e timore


Quanto si è detto su l'essere liberi da ansie, paure in generale.
Da un punto di vista strettamente fisiologico, gli stati d'ansia (la paura, il panico, la tensione nervosa, insomma avete capito no?) sono semplicemente nocivi. Anche a livello chimico. E questo da solo basterebbe nel ribadire l'importanza, il bisogno di liberarsi dalla paura.

Ma la guida migliore come sappiamo l'abbiamo nella Bibbia, quindi ecco dei motivi anche migliori:

1) 1 Giovanni 4:18 - Non c’è timore nell’amore, ma l’amore perfetto caccia via il timore, perché il timore esercita una restrizione. In realtà, chi ha timore non è stato reso perfetto nell’amore.

Sulla parola “restrizione” c'è una nota in calce: “correzione; freno; punizione”. Lett. “potatura”. L'applicazione di questo versetto, controllando il contesto, riguarda la “libertà di parola nel giorno del giudizio”.
Tuttavia l'uso del termine restrizione associato all'idea di correzione, freno, punizione, potatura, mi fa venire in mente un'immagine: la camicia di forza. Non altero il significato del versetto dicendo che il timore, in senso generale, ci paralizza. Questa è una verità umanamente generalmente riconosciuta. Il timore è come una camicia di forza: ci blocca, ci frena, ci è di impedimento. Pensate ai rapporti con gli altri, o in congregazione. Non sto parlando di cose che vanno contro le norme di consuetudine, convenienza, se non addirittura morali. Sto parlando di quelle cose grandi o piccole che accadono a livello di comunicazione. Non può farci bene indossare una camicia di forza mentale, qualcosa che esercita una restrizione, che castighi la nostra persona, la nostra indole, la nostra personalità.
Ma qual'è la soluzione? Essere perfetti nell'amore..! Ah quanto ci sarebbe da dire su questo... Dico solo questo: se l'amore di basa sui princìpi (agàpe) quindi di puro altruismo, volto al dare, al bene del prossimo, come si può pensare di avere contemporaneamente paura? Tutte le nostre azioni e parole saranno volte al bene, per quello che dipende da noi, quindi non c'è proprio nulla di cui temere, conseguenze o responsabilità per noi.
Allora il problema si sposta: non dobbiamo soltanto cercare di non provare paura (poveri illusi che fanno sport estremi!) o di superare le nostre paure, ma anche e soprattutto cercare di perfezionare il nostro Io facendo sì che i nostri pensieri desideri azioni sentimenti parole siano buoni. Buoni in senso lato, in senso morale.
Come dice Colossesi 3:9-10: “...Spogliatevi della vecchia personalità con le sue pratiche, e rivestitevi della nuova [personalità], che per mezzo dell’accurata conoscenza si rinnova secondo l’immagine di Colui che la creò” Quindi un processo continuo, un rinnovarsi, avvicinandosi volta dopo volta maggiormente all'ideale umano, la perfezione: essere fatti a immagine (ombra) di Dio.
Ma torniamo al timore:

2) Ebrei 13:5-6 - “...Poiché egli ha detto: “Non ti lascerò affatto né in alcun modo ti abbandonerò”. Così possiamo aver coraggio e dire: “Geova è il mio soccorritore; non avrò timore. Che mi può fare l’uomo?””

Un altro frutto dello spirito che annulla il timore è la fede. Un granello di fede può spostare i monti, ricordiamocelo sempre. Quindi se abbiamo davvero fede diremo ai nostri timori, piccoli o grandi: “va e gettati nel mare!”, perché abbiamo la certezza che Geova ci aiuterà. Questo nelle piccole sfide quotidiane è utilissimo. Non si applica solo alla persecuzione dell'uomo, che in definitiva anche se dovesse ucciderci, avremmo forse perso tutto? Tutto ciò che abbiamo viene da Dio, e come ce l'ha dato una volta può darcelo una seconda (ricordiamo anche Giobbe). Perfezioniamo quindi anche la nostra fede. Sforziamoci di fare come Anna, che dopo aver versato le sue angosce dinanzi a Dio e aver ricevuto la benedizione di Eli: “E la donna se ne andava per la sua via e mangiava, e la sua faccia non fu più preoccupata.” Confidare in Geova non significa solo aprirgli il nostro cuore per quanto riguarda le nostre preoccupazioni, ma anche “gettare su di lui il nostro peso”. Se dopo averlo fatto continuiamo a sentire comunque questo peso, significa che c'è qualcosa che non va'!

Infine:
3) Luca 12:25 - “Chi di voi può, essendo ansioso, aggiungere un cubito alla durata della sua vita?”

La verità è che preoccuparsi non serve a nulla. Non cambia assolutamente la realtà dei fatti, non ci rende maggiormente in grado di far fronte alle difficoltà. Serve solo a farci stare male. Riflettere anche su questo ci aiuterà a liberarci un pochino di più dalle nostre paure.

Quindi, sforziamoci di seguire sempre di più le vie dell'amore e di accrescere la nostra fede in Geova percependolo per quello che è: una reale persona, un padre che si preoccupa per noi ed ha il potere e il desiderio di aiutarci. Allora i nostri passi saranno davvero liberi e leggeri.