23 ottobre 2004

E Misiri scrisse

Ciao! Mamma quanto tempo, vero? Scuole diverse, professori diversi, facce nuove…nuove strade si aprono all’orizzonte. Sembra che la scuola come la conosciamonoi sia oramai conclusa, finita.
Ora siamo universitari!!! (Eh, che sedere!-DIRETE VOI, GIA’ VI SENTO).

Avete indubbiamente ragione. Anche io mi sento alquanto strano. Mi alzo la mattina alle sei, per trovarmi alla Facoltà in anticipo, così da non trovare tanta gente sul bus, per non trovare tante persone stipate come bestie nella metro, per non dover correre per arrivare poi all’ultimo momento, sennò ti prendono il posto più bello. E qui si mietono le soddisfazioni, che credete? Alla fine facciamo per la strada tutti lo stesso pensiero, e alle sei di mattina trovo tutta Grottaferrata in piedi, in piazza, ad aspettare un autobus -toh, proprio quello che servirebbe a me-, a malapena trovo il posto. Poi nella metro, pare che tutti aspettino il miotreno, o meglio aspettino me. Appena entro, trovo un casino di gente sulla linea gialla, quasi fosse una linea di trincea, con il coltello tra i denti come i bucanieri, con il giornale Metro che fanno finta di leggere, che prendono perché è gratis, altrimenti non leggerebbero nemmeno con un fucile puntato alla tempia. La voce dello speaker fa: “ci scusiamo, ma a causa di un improvviso problema tecnico il treno subirà un lieve ritardo”. Tre minuti e arriva il treno. Siamo in cinquemila, tutti sulla linea gialla. Il macchinista ci vede con la faccia spaventata, e io lo leggo, sì, lo leggo nei suoi occhi, che vorrebbe tirare quella strabenedetta manopola e scappare a folle corsa verso Battistini, che credo si possa paragonare al “Paradiso dei macchinisti che partono dall’Anagnina”. Invece no. Apre le porte, e tutti entrano con impeto per prendere i posti a sedere. Fioccano bestemmie mugugnate (perché nessuno ha la forza di dire nulla, a quell’ora). Io entro, mi appendo ad un supporto qualsiasi, e contro ogni buona mattina le fermate da fare. Anagnina-Flaminio… 19 FERMATE!!!Ogni giorno mi sento un poco macchinista, sapete? Ogni giorno mi avvicino alla salvezza, nel viaggio… solo che scendo a Flaminio, a al “paradiso” non ci arrivo praticamente mai. Nella metro stiamo tutti stretti, e penso chi me lo ha fatto fare, a svegliarmi alle sei, per quel casino. Comunque, 19 fermate della metro stordiscono peggio di una tirata di cocaina corretta col benzene… quando scendo ho bisogno degli occhiali scuri, e mi devo far portare verso l’uscita dal cane per ciechi. Ah, l’uscita!
…cominci a vedere la stazione metro prima della tua allontanarsi piano, con la gente che corre per le scale perdendo il treno. Prendi la cartella, e la metti davanti, come scudo e nello stesso tempo ariete. Carichi il respiro, ti entra dentro i polmoni tutto quello schifo di odore di metro nelle narici, di sudore,di sonno… vedi che la galleria finisce, ed incominci a intravedere la luce. Carichi il tuo urlo di battaglia, e lì- SI', IN QUEL MOMENTO COSI' POETICO- Partela musica di MOMENTI DI GLORIA, e AL RALLENTATORE esci dalla metro investendo in pieno uomini, donne, bambini, vecchiette, carabinieri, controllori (quelli con cattiveria, magari), ed esci fuori, mentre la gente ti corre appresso saltellando, slacciandosi le scarpe, con la maniacale idea di lapidarti adovere…
(beh, intendiamoci, non è proprio così…. Forse ho esagerato un pochino, lo ammetto… MA MI SPEGATE PERCHE' RENDE COSI' BENE L’IDEA, PER FAVORE???);E che Miseria…