05 novembre 2007

LYON!!!

Abbiamo contraddetto il luogo comune de “il buongiorno si vede dal mattino”… si perché quasi perdevo l’aereo. In verità poco c’è mancato che lo perdesse pure Fabrizio, comunque io me la sono vista più brutta. E, con il senno di poi, sarebbe stato un estremo peccato. Capitale.

Siamo arrivati di mattina, a mezzogiorno e mezza circa. Dal parcheggio dell’aeroporto si vedeva questa:
Al che mi sono ricordato che Calatrava è uno dei pochissimi architetti che mi piacciono. Ho subito chiesto di poterla visitare, e sono stato accontentato la sera stessa.
Cmq, depositati i bagagli, siamo andati a pranzo dal turco. Parlavamo, e soprattutto, capivamo meglio il francese noi di lui. Però il kebab valeva qualsiasi sacrificio. Roy se n’è mangiati due e mezzo. E non è che ci vanno leggeri.

Questo primo giorno non abbiamo fatto altro che mangiare. Dopo il lungo pranzo siamo andati a casa della dolce Barbarà, dove abbiamo fatto una pesantissima e buonissima merenda. Abbiamo conosciuto i suoi genitori, gente deliziosa. Qui ho fatto colazione tutti i giorni. Viva le pain de chocolat!

Siamo andati allo studio, poi alla stazione a prendere i torinesi. Gente notevolmente simpatica anch’essa.

Dopo un brevissimo tour fotografico in corsa con Roy siamo andati a cena! Da Buffalo Grill. Carne sparata addosso. Non volevamo mangiare. Abbiamo capitolato. Mi hanno servito mezzo pollo arrosto da paura con salsetta squisita e patate fritte. Non solo. Poi ho preso anche un dolce da panico, la classica tortona al cioccolato inglese con cremina da sbavo. Le lampade erano un po’ basse, come potete vedere.

Il giorno dopo, dopo una sosta a casa di Cécile in cui si è discusso di tante cose fra cui i vari talenti musicali che sarebbero tornati utili in seguito (George sei un mito!), siamo andati a spasso per la città!

La metro di Lione è spettacolare. La linea D è automatizzata, non c’è conducente e i vagoni sono molto trasparenti e si vede tutto. Inoltre hanno le ruote di gomma. Questa foto è stata scattata da dentro il vagone, infatti:Siamo ascesi via funicolare alla cattedrale; ho insistito per vederla all’interno. Barocca tronfia. Però sotto il baldacchino c’era il tetragramma. Peccato che hanno chiuso il transito e non era possibile andare a vederlo di persona. Dal cortile adiacente c’era un panorama di tutta la città. Molto bello.

La passeggiata si è protratta fino alle circa sei di sera. Non ce la facevo più. Abbiamo percorso le vie principali, tipo via del Corso, piene di negozi. A pranzo solo una crepe con cioccolata fondente. Deliziosa. Poi la attraverso la via dei kebabbisti siamo giunti in un quartiere tipo Trastevere, al di là del fiume. Molto caratteristico. Doveva essere la parte antica. Ma quanti strumenti musicali! Un negozio era solo per le batterie e le percussioni! Ma per cena ci aspettava una sorpresa (che ho anche indovinato).

Cous cous! Ancora carne! Mais oui messieurs et mesdames! Tana per Giorgio che è stato letteralmente preso a rimorchio dalla danzatrice del ventre!! Ecco la sorpresa.

La sera si è conclusa a base di vino rosso e cartoccetti.

Il giorno dopo ci hanno portato su pe’ i monti!

Prima un azienda agricola in cui fanno mele mele e mele. Le esportano anche in Algeria! Poi al paese dei balocchi! Artigianato di caramelle! Spettacolo. E che buone!

Viaggio nel terrore: stradina di montagna senza guard-rail, notte, nebbia fittissima. E quel che è peggio i nostri ospiti non sembrano essere familiari con la strada! Passato il terrore giungiamo, nel fitto dei boschi (ho visto anche una lepre) a una splendida casa di montagna. Ci infiliamo nel capanno riadattato a party-house. Un freddo da morire. Ma l’atmosfera l’abbiamo scaldata noi!

Dopo l’abbuffata, balli e schiamazzi vari i ragazzi hanno tirato fuori gli strumenti. E qui entra in ballo il mio George. Anche lui fan di Wooten, Miller e tanta altra brava gente. Mi ha prestato il Fender per farmi suonare qualcosa. Abbiamo improvvisato un po’, Othersidato e With or without youato, ma lui è molto più bravo!Infine, stanchi morti, siamo tornati alla nostra stanza nella casa-studio delll’uomo dei pesci siluro.Erano le 3:45 di mattina. Di li a 3 ore ci saremmo svegliati per tornare all’aeroporto e porre così fine a questo meraviglioso sogno.

Ringrazio di cuore tutti quanti, mi scuso perché non ho direttamente menzionato tutti per nome: avete tutti contribuito a rendere indimenticabile questa breve e intensa vacanza, in un week-end di inizio novembre, l’inverno dell’anno 2007.

Ecco qui siamo quasi tutti. Mancano Lorenzo e Monia!

A presto ragazzi!!